La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non esaminare il ricorso contro la legge del Maryland che vieta i fucili semiautomatici, tra cui il controverso AR-15. La norma, approvata nel 2013 all’indomani della strage alla Sandy Hook Elementary School nel Connecticut, rimane dunque in vigore. Il provvedimento limita anche la capacità dei caricatori a un massimo di dieci colpi.
Con questa scelta, la Corte evita di pronunciarsi sulla costituzionalità della legge, proseguendo la sua linea prudente nei confronti del Secondo Emendamento: dal 2008 a oggi, le sentenze significative in materia di armi sono state poche. A esprimere dissenso è stato il giudice Clarence Thomas, che ha sollecitato la Corte a intervenire presto su un tema che riguarda milioni di cittadini americani in possesso legale di armi simili.
Intanto, la violenza armata resta un’emergenza nazionale. Nei soli primi mesi del 2025, gli Stati Uniti hanno già registrato 165 sparatorie di massa. Mentre il Paese piange le vittime di tragedie evitabili, il dibattito si riapre: quali regole funzionano davvero? E cosa si può imparare dalle leggi in vigore nel resto del mondo?
Nel nostro speciale, analizziamo le politiche sul possesso di armi in diversi Paesi, confrontando approcci, risultati e impatti sulla sicurezza pubblica.