Il 3 luglio, la Russia è diventata ufficialmente il primo Paese al mondo a riconoscere il governo talebano dell’Afghanistan, insediatosi nel 2021 dopo il ritiro delle truppe statunitensi. Un gesto definito “coraggioso” dal ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi, che da anni chiede legittimità internazionale.
Il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato di auspicare “lo sviluppo di una cooperazione bilaterale produttiva” tra i due Paesi. Un’affermazione che segna un netto cambio di rotta, con possibili conseguenze sull’equilibrio geopolitico globale.
La mossa di Mosca, infatti, si pone in netto contrasto con l’atteggiamento delle democrazie occidentali e delle organizzazioni internazionali, che da tempo condannano il regime talebano per gravi violazioni dei diritti umani, in particolare per le restrizioni imposte a donne e ragazze.
Questa nuova alleanza, tra due attori già isolati su scala globale, potrebbe rappresentare una sfida diretta all’ordine internazionale, già messo a dura prova negli ultimi anni.
Ma qual è la vera situazione attuale dell’Afghanistan? E cosa è rimasto di vent’anni di presenza militare occidentale?
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