La Corte Suprema degli Stati Uniti ha approvato, con una decisione a maggioranza 6-3, la richiesta dell’amministrazione Trump di riprendere le deportazioni dei migranti verso “Paesi terzi”, anziché verso i loro Stati d’origine. I giudici hanno così annullato una sentenza di grado inferiore che imponeva agli agenti dell’immigrazione di concedere ai migranti una “vera possibilità” di spiegare i rischi che potrebbero correre nei Paesi di destinazione.
Il caso riguardava otto migranti provenienti da Paesi come Myanmar, Cuba e Messico, deportati lo scorso maggio su un volo diretto — secondo alcune fonti — verso il Sud Sudan. L’amministrazione ha definito gli individui “i peggiori tra i peggiori”, ma i giudici progressisti hanno espresso un duro dissenso, accusando la decisione di “premiare l’illegalità”.
Si tratta di un’importante vittoria per Donald Trump, che ha posto l’immigrazione al centro del proprio programma politico. Ma quali conseguenze avranno queste misure, dentro e fuori dagli Stati Uniti? Scoprilo nella galleria.