Il presidente Donald Trump ha firmato il 4 giugno una proclamazione che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 12 Paesi, citando ragioni di sicurezza nazionale. Il divieto totale riguarda Afghanistan, Myanmar (ex Birmania), Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen.
Altri sette Paesi—Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela—saranno soggetti a restrizioni parziali.
Sono previste eccezioni per titolari di green card, visti già in corso di validità e alcune categorie specifiche di visto. La proclamazione arriva poco dopo un presunto attacco antisemita a Boulder, in Colorado, durante una marcia a sostegno degli ostaggi israeliani a Gaza, in cui sono rimaste ferite 12 persone. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che l’episodio ha accelerato la decisione del presidente, anche se la misura era già in fase di revisione.
Questa proclamazione è uno dei numerosi strumenti a disposizione del presidente per attuare la propria agenda, insieme agli ordini esecutivi e ai memorandum. Dal suo secondo insediamento, Trump ha già firmato 157 ordini esecutivi, 39 memorandum e 63 proclamazioni.
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