Il 28 giugno, oltre 100.000 persone hanno partecipato alla marcia del Pride di Budapest, sfidando il divieto imposto dal governo ungherese. Nonostante i tentativi delle autorità di bloccare l’evento annuale con modifiche legislative in nome della "protezione dei minori", i manifestanti hanno mostrato una resistenza senza precedenti.
Dopo che la polizia aveva negato i permessi, il sindaco di Budapest ha riformulato la manifestazione come evento municipale per aggirare le restrizioni. Le autorità l’hanno dichiarata illegale, minacciando multe e possibili pene detentive, ma la grande partecipazione ha avuto luogo senza sosta.
Questo atto di resistenza mette in evidenza il crescente divario in Europa riguardo ai diritti LGBTQ+. Mentre alcuni Paesi hanno compiuto notevoli progressi, altri stanno vivendo preoccupanti ondate di regressione. Le esperienze delle persone queer variano notevolmente da Paese a Paese, e la parità è ancora lontana.
Poco tempo fa, l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, and Intersex Association (ILGA) ha pubblicato la sua annuale Rainbow Map, che classifica 49 Paesi europei in base alle leggi che proteggono i diritti delle persone LGBTQ+ su temi come uguaglianza, riconoscimento delle famiglie, riconoscimento legale del genere, crimini d’odio e asilo. Mentre alcuni Paesi sono diventati molto più inclusivi, altri sono ancora molto indietro.
Sfoglia la nostra galleria per scoprire quali Paesi occupano le prime e le ultime posizioni della classifica.